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Viaggio nel gusto di Gianluigi Carlino. Le guide sui vini ed il cibo in genere

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Premesso che sono il primo a cui piace dare dei giudizi, ritengo doveroso aprire una discussione sul mondo delle guide e su come queste influenzino il mercato del vino e del cibo in genere. Sono tante ormai le guide che ci propongono ogni anno le loro “valutazioni”, più o meno obiettive sui vini sui ristoranti etc. Dalla guida DUEMILAVINI dell’A.I.S., alla SLOWWINE, alla GUIDA VERONELLI a quella dell’Espresso per finire a quella del Gambero Rosso. E’ raro trovare unanimità di giudizi, e questo già la dice lunga sulla bontà delle valutazioni! Spesso le guide si fanno mandare i campioni delle bottiglie dalle aziende e poi provvedono a fare degustazioni in sede, senza aver visitato l’azienda, la cantina o il vigneto. Ciò non vale per tutti ovviamente, ma buona parte si. Ma la cosa che con il tempo stiamo imparando e della quale vogliamo mettere a conoscenza i nostri lettori, che spero ci riconoscano l’onestà intellettuale, è che certe guide fanno anche di più; ossia influenzano il mercato con un baratto di giudizi meritori in cambio di “certi piaceri, certe consulenze”. Strani personaggi si aggirano garantendo risultati d’eccellenze a cantine che non lo meritano affatto a patto di utilizzare Tizio Caio e Sempronio. Nei nostri continui giri per cantine, vigneti, sale degustazioni abbiamo provato e riprovato determinati vini, determinate aziende che ci sono sembrate obiettivamente discrete o appena sufficienti, salvo poi, vederle recensire dopo appena 10/15 gg come le migliori aziende del territorio! De gustibus non sputazzella est diceva Totò, ma è pur vero che esistono dei parametri oggettivi con i quali si può valutare se un vino è ben fatto, se in un ristorante si mangia bene etc. E così la domanda viene spontanea: come ha fatto a meritare un premio se il vino era appena decente?

E’ giunto il momento di dire chiaro e tondo che questi personaggi non sono graditi, essi condizionano i sacrifici di tanta gente che nel vino ci crede, ci mette la passione e tanti soldini uniti a sacrifici immensi. Purtroppo, laddove ci sono interessi forti, appare evidente che le cose non riescano a funzionare correttamente, ma è giusto che questa cortina di omertà e malaffare venga snidata. Personalmente ho un grande rispetto per il maestro Veronelli, sebbene credo certi scelte editoriali possano influire, condivido molti dei giudizi dell’Espresso, sebbene molte cantine non sono state citate e mi piace abbastanza il lavoro e la precisione dei giudizi della guida SLOWwine. Non sono uno che crede molto in questo tipo di movimenti tipo slowfood, perché necessariamente diventano solo business e con il passare del tempo si allontanano dagli obiettivi prefissati, ma la loro guida per ora è fatta con un certo rigore.

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A noi interessa unicamente la soddisfazione del consumatore che ha diritto ad un’informazione corretta. Pertanto suggeriamo a tutti di andare per cantine, (in quanto è un’esperienza meravigliosa e si risparmiano soldini) di degustare in prima persona i vini e iniziare ad avvicinarsi al gusto del buon bere, crearsi una propria opinione avvalendosi di semplici strumenti alla portata di tutti. Ai produttori invece chiediamo più semplicemente di non pensare troppo al business e al mercato mondiale ma concentrarsi sul territorio, iniziare ad educare la gente al gusto del bere e mangiare bene. Il vino non lo si fa solo per esportarlo in America Russia e Cina! Anche i consumatori italiani hanno diritto a bere bene, è solo una questione di abituarli; è necessario condurre la gente per man o e farla riappropriare della natura della campagna della terra. Da qui la necessità di un coagulo di forze che si concentri su quella che ritengo da tempo l’unica via d’uscita da una crisi profonda, ossia l’enogastronomia ed il suo maestoso indotto. Il turismo enogastronomico è il volano prossimo futuro del cambiamento e del miglioramento dell’economia di un territorio , di una regione, di un paese. Le Pro-Loco, le associazioni le Camere di Commercio deve lavorare in sinergia per creare questa cultura di base che produrrà, ne siamo certi, effetti benefici per tutta l’economia.

 

Gianluigi Carlino

 

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