Viaggi di gusto di G.Carlino. Agrigento
AGRIGENTO: un amore incondizionato
Giurgintani semu. Era una specie di grido di battaglia che ascoltavo spesso. Poi dopo dieci lunghi anni di vita vissuta lo sono diventato anch’io. Agrigento, Kerkent, Girgenti, Akragas o come dir si voglia è una città indolente, ma è una città alla quale tutto perdono. Il mio è un amore incondizionato. Terra di matti, di tragediaturi che al confronto le altre città della Sicilia le fanno un baffo. Terra di mare, ma che se ne sta lì adagiata sulla sua dolce collina. “Ma picchì ficiru tutti sti palazza? Mi dumannanu sempre. E pi forza risposi io “tutti avinu a taliari sta biddizza che è la Valle dei Templi”. Difatti Girgenti è una città dove le prospettive sono assolutamente asimmetriche ed in continua controtendenza, tu osservi la città da San Leone oltre la valle e pensi alla stortura paesaggistica, poi ti rechi in città e ti accorgi dell’altro punto di vista: da unni e ghiè si può ammirare la Valle ed il mare africano da rimanere basiti. Tremendamente litigiosi, amanti delle discussioni, del teatro e del bello in genere, si beano di una cucina ma soprattutto di una pasticceria/gelateria e di una panetteria di primissimo livello. Qui siamo esigenti con tutto e con tutti, ma sorvoliamo spesso sui nostri difettucci.
Ogni volta che torno dalla mia amata, sono i profumi che mi accolgono e che mi danno l’esatta dimensione del concetto di casa. Profumi di quel gelsomino che Lello Analfino e i suoi Tinturia hanno saputo magistralmente decantare. Qui che abbiamo Andrea Camilleri, Vincenzo Galluzzo, Gaetano Savatteri ed abbiamo avuto Leonardo Sciascia e Luigi Pirandello. Gente seria, da far rabbrividire.
E l’ignaro turista crede che Girgenti sia solo la Valle! Oh come vi sbagliate. E qui il concetto è esteso: non hai conosciuto la Sicilia se non hai conosciuto i siciliani. Ma veniamo a noi.
Tre sono le porte di ingresso che vi conducono in paradiso…se venite da Catania, potete o prendere il rettilineo sotto i templi e goderveli in lenta progressione, di notte poi vi sembrerà di sognare, oppure potete svoltare subito a destra e illuminare la vostra vista con il colore intenso del tufo e poi il tempio di Giunone e poi una vista mozzafiato della valle. Se venite da Trapani, subito dopo il quadrivio inizierà il miglio magico che vi farà godere della bellezza dei nostri Giganti, Tempio della Concordia a destra, Kolymbetra a sinistra, tanto per dire; percorrendo questo breve tratto farete un brusco tuffo nel passato, vi chiederete in che anno siamo; lo so, succede a tutti, noi ci stiamo abituando, ma è dura. Lungo il miglio d’oro vi appare dopo la Concordia è i suoi suggestivi mandorli, la chiesa di San Nicola: uno scrigno/capolavoro dove facciamo a gara per sposarci. Forse tutti i giurgintani si maritaru lì, salvo poi separarci in modo meno appariscente! La prima tappa del piacere è poco sopra il museo al bar della valle per gustarvi un profiterol al pistacchio. Il miglio d’oro termina al Colleverde in corrispondenza della storica sorgente di Bonamuruna. In città la via Atenea è un luogo impenetrabile. Vigili e divieti ogni momento, ad indicarti che se non hai il pass (quantu ni piacenu i privilegi), vai a piedi; e bene fai. Perché via Atenea va vissuta on walk. La prima tappa d’obbligo è alla Putia della bottega siciliana, dove dei giovani intraprenderti stanno cercando di creare un polo enoculturale di grande spessore. Curiosità bon vivre, luogo ideale per il meet. Ogni fine settimana un evento interessante.
Appena più avanti c’è la “chiesa” (come la battezzo io), nel senso che non puoi passare da lì senza salire almeno un attimo a curiosare. Mi riferisco alla Libreria Capalunga di Amedeo Bruccoleri, tempio di agnosticismo; un non luogo, nel senso che sei ad AG, la vedi dalle meravigliose finestre con il mare africano in lontananza, ma respiri un’aria quasi parigina, dove incontri dibattiti, piccole discussioni sono all’ordine del giorno. Il grande Gaetano Savatteri (ndr. Strani Nostrani) lo descrive magistralmente. Dopo un acceso contraddittorio con Amedeo, se privi di qualsivoglia energia potete immediatamente tuffarvi da Infurna, con la sua pasticceria varia, per un rinsavimento accelerato. Alla metà di via Atenea in leggera discesa, c’è un altro luogo di eccellenza e di passione: il teatro della Posta Vecchia del grande Giovanni Moscato, altra icona cittadina. Qui hanno preso le mosse grandi come Ficarra e Picone. Bene,siete stanchi? Non potete, c’è da arrivare nella magica piazza Pirandello, dove l’amministrazione comunale più saggia al mondo ha deciso di insediare il comune all’interno del mitico teatro Pirandello. Chiamali fessi! Per smaltire questa piccola rabbia hai due grandi possibilità: buttarti sul dolce e allora ti tuffi da SAITO, Pasticceria Concordia e lì non ne esci vivo, tra cassatine di ricotta, genovesi, brioches col tuppo, cannoli e la mitica cassata di ricotta, hai dichiarato guerra al colesterolo! Se invece sei un tipo più “salato” devi andare al panificio Delli Cardillo (i genitori del cantante) e bearti con pane e panelle, rosticceria varia e invitante, mignolate giganti, pane di tutti i tipi (rigorosamente rimacinato) che basterebbe da solo a farsi rinchiudere lì per sempre, sfilatini di pane azzimo con la giuggiulena che sono più efficaci di una sala di rianimazione. Altro punto cult per il pane è San Pio a Villaggio Peruzzo. Poco più avanti al Villaggio Mosè tappa d’obbligo è la pasticceria AGORA’ con le sue favolose creazioni mi piace citare le crespelle di riso, sfornate saltuariamente ahimè.
Ma non sei stato a Girgenti se non passi dalle CUSPIDI, la più grande gelateria del pianeta terra. Mi dicono che anche Luca Parmitano (il nostro astronauta) abbia provato a spiegare ai russi dove fosse esattamente ubicata la nostra. Le Cuspidi sono il tempio del gelato e della pasticceria al pistacchio! Ho girato l’isola, conosco tutti i posti, ma nessuno come loro, il loro è il pistacchio nobile di Raffadali, e, udite udite, migliore di quello di Bronte. Ecco l’ho detta, adesso o mi crociffigete o lo provate. Ma non solo pistacchio, setteveli o sacher che dir si voglia, pecorino, mars, pistacchiella e altre indecenti proposte. Meta gourmand è sicuramente il ristorante Akropolis e Villa Kephos che abbinano cucina e paesaggio mozzafiato. Per dormire? Piccoli posticini graziusi, Lunakina BB e Mammaliturchi sulle scogliere della Scala dei Turchi. Poi tuffatevi nel mare africano, da Punta Bianca a Eraclea Minoa per chilometri e chilometri di spiagge da favola in un mare friddu e pulitu (giunte comunali permettendo).
Io ci ho provato a introdurvi nella “mia” terra” e, prima di andare a riscuotere la parcella dai menzionati vi saluto; il resto sta a voi scoprirlo…e po ni parlamu.
di Gianluigi Carlino