Montevetrano… 20 anni portati meravigliosamente
Voilà! Buon compleanno Montevetrano, i tuoi 20 anni sono straordinariamente ben portati. Auguri di vero cuore da tutti noi amanti della tua visione che ha generato coraggio in tanti giovani emuli della tua idea di poter fare vino in una zona per molti versi “particolare”.
Glorificato Montevetrano da tanta stampa e da tanti media in genere, maltrattato dai puristi, ma comunque sempre considerato un punto di riferimento imprescindibile.
E poi madame Silvia, la musa del vino campano, che con il suo incedere tempestoso e deciso ha fatto si che Montevetrano diventasse un must.
Mancavo da un po da Montevetrano, ma l’accoglienza dello staff, di Silvia, e del grande Mimì sono sempre di primo ordine. Accompagno il caro amico Patrick Maclart, giornalista stimato della Borgogna anche lui attratto da Montevetrano. Trascorriamo una splendida giornata a casa Imparato nello splendido cortile stile coloniale con l’antica corte a circondarlo.
Parliamo di vino di Francia di vita. Ma prima il giro in vigna, che si dimostra molto interessante, in quanto si possono verificare piccoli ma significativi cambiamenti, che includono soprattutto un minore intervento nelle vigne e pochissimo uso di prodotti sistemici. Le piante sono solide e sane, il terreno di matrice estremamente argillosa appare anch’esso sano. Il cabernet è quasi pronto per la vendemmia, così come il merlot, mentre l’aglianico necessita ancora di qualche settimana. L’uva è davvero di ottima qualità e la bottiglia dimostrerà la continua crescita aziendale.
E’ arcinoto che per noi i criteri con cui curare la vigna e fare il vino sono leggermente distanti dal mondo Montevetrano, ma questa piccola sterzata verso un agricoltura più attenta all’ambiente ci lascia favorevolmente colpiti.
Mi colpisce molto la bellissima la vigna proprio sotto Montevetrano coltivata a cabernet e merlot che non avevo visitato lo scorso anno.
La prima bottiglia che degustiamo è nu piezz e Core! Si è così che Silvia l’ha voluta chiamare e dedicare alla nipote, Core. Di matrice napoletana/gospel intesa a significare l’importanza di questa nascita e l’appartenenza profonda.
E’ un blend di aglianico montevetrano e aglianico del beneventano acquistato.
Core 2011 si mostra chiuso al naso e dal colore tendente al ciliegia denotando in questo l’apporto dell’aglianico beneventano. Con tutto il rispetto possibile ed immaginabile è un vino che non aggiunge nulla e che prendo per quello che mi dimostra di essere: un omaggio familiare. Sono dell’opinione che quando si fa un grande vino, non c’è necessità di farne uno secondo e minore! E’ probabile che sia io a non comprendere le dinamiche del mercato!
A tavola, ad accompagnare il delizioso pranzo offertoci da Silvia due grandi e per certi versi distanti bottiglie di Montevetrano (lui si il campione), la 2003, che dopo un attimo di chiusura (e ti credo, rappresenta la bottiglia del decennale di montevetrano), denota classe, equilibrio armonia e grande ampiezza (AA). Un gran bel vino che il tempo ha reso ancora più affascinante e leggiadro, buonissimo ingresso e bel finale sostenuto; e Montevetrano 2009, il quale sebbene ancora giovane, ha molto carattere (AA sulla fiducia nel divenire) ed una solida tempra, in termini qualitativi a mio parere anche superiore al 2003, e ciò dovuto ad una migliore annata sicuramente, ma anche ad una ovvia crescita di qualità del prodotto ed una lavorazione sempre più attenta.
Appena messo in commercio ma non degustato il Montevetrano 2011, a detta di madame Silvia risulta essere un vino destinato a far parlare di sè. Tra un buon sigaro toscano e dell’altro buon vino la giornata trascorre divinamente in compagnia di Silvia, Patrick e degli altri amici, in un’atmosfera che riconcilia con il mondo.
E’ questa la magia di Montevetrano, provare per credere.
Azienda MONTEVETRANO San Cipriano Picentino località Montevetrano
HA 5.5 bottiglie prodotte 27.000
Gianluigi Carlino