La Strada degli Antichi Vini dal 2 al 4 marzo a Caggiano (Salerno)
A Caggiano prende il via “La Strada degli Antichi Vini”. Dalle terapie a base di vino di Menecrate alla cantina del Castello. Conto alla rovescia per il week-end del 2, 3 e 4 marzo 2012, dedicato a tutti gli appassionati di enogastronomia, turismo rurale, storia e cultura locale.
Lo splendido borgo di Caggiano, situato nell’entroterra della provincia di Salerno, ospiterà la prima edizione della kermesse “La Strada degli antichi vini”. Occasione per poter raccontare un percorso che condurrà i visitatori alla scoperta di antiche realtà e gusti, nonché d’una storia di grande valore.
Caggiano oggi non è una realtà che si distingue per un’alta produzione vitivinicola, ma è luogo di profonde radici dove si ritrova un grande personaggio come Menecrate ed una tradizione vitivinicola consolidata.
Durante questa 3 giorni sarà possibile lasciarsi guidare alla scoperta del territorio grazie alle tappe previste per il Percorso de La Strada degli Antichi vini, ma anche prendere parte alle diverse attività in programma.
Ogni pomeriggio sarà aperto una sorta di banco d’assaggio a km 0 all’interno del Castello Normanno del Guiscardo, dove sarà possibile degustare il vino “Il Caggianese” dell’Azienda Agricola Pucciarelli ed una serie di prodotti tipici.
Nella stessa location si svolgeranno su prenotazione dei laboratori di degustazione di vini e formaggi a cura dell’AIS e dell’ONAF, nonché un seminario ed un convegno durante il sabato pomeriggio. Il tutto dedicato al turismo enogastronomico ed alle produzioni di alta quota.
Il 3 marzo guiderà la degustazione la sommelier AIS (già campionessa nazionale) Nicoletta Gargiulio, mentre il laboratorio sui formaggi – previsto per domenica – saranno a cura della degustatrice ONAF Maria Sarnataro.
Durante la tre giorni i ristoranti del paese resteranno sempre aperti ed offriranno il tipico menù caggianese, tra cui va annoverato Locanda Severino che di recente ha ricevuto la prima Stella Michelin.
– Ma chi era Menecrate?
In località Massavetere è possibile ammirare i resti dell’antica dimora del medico Menecrate di Tralles, noto per le sue cure attraverso la somministrazione di vino, e l’epigrafe del suo monumento sepolcrale.
Menecrate, schiavo acquistato forse dai Manneii nel bacino orientale del Mediterraneo, o giunto in possesso della famiglia solamente al suo arrivo a Roma, dovette ricevere la sua istruzione medica nell’Urbe, dove probabilmente venne in contatto con Asclepiade di Bitinia e le sue terapie rivoluzionarie.
I Manneii lo inviarono nelle proprietà da loro possedute nel Vallo di Diano, affinché prestasse le cure mediche ai tanti schiavi che lavorano i campi di quella regione.
La fattura del suo monumento sepolcrale, a cui appartiene l’epigrafe, testimonia probabilmente un discreto successo economico, oltre che un’aspirazione al riscatto sociale, che lo portò a ricordare orgogliosamente in greco, sua lingua madre, il suo vecchio nome e la sua originaria condizione di libero cittadino di Tralles.
Il testo dell’epigrafe rappresenta l’unico esempio di scritto ad essere redatto in greco, nel Vallo di Diano, nel periodo della dominazione romana; esso fa riferimento, in appena otto righe, agli aspetti che maggiormente hanno caratterizzato l’esistenza del medico: da una parte la terapia a base di vino, da questi praticata, e dall’altra l’amore per la compagna della sua vita, Maxsuma Sadria.
Dal testo si evince la professione di Menecrate, la medicina appunto, e la filosofia che ispirava il suo lavoro: la somministrazione, con finalità curativa e terapeutica del vino, a tutti i suoi pazienti. Probabilmente questa cosa, all’epoca, destò meno stupore di quanto si potesse immaginare; la terapia a base di vino, infatti, era molto ben diffusa nel mondo antico, soprattutto presso i romani.
Oggi il vino, a Caggiano, pur avendo dismesso questa antica funzione, resta il segno inequivocabile di un’identità culturale e della tradizione di un popolo. Segno di eleganza da una parte e di cultura popolare dall’altra, elemento cardine nella difesa della tipicità e al contempo oggetto di un consumo senza confini.
– La gastronomia locale
L’arte culinaria caggianese nasce e si sviluppa parallelamente alla sua storia subendo l’influenza di svariate culture, in particolare di quella napoletana del 1700, del 1800 e degli inizi del Novecento. Molte famiglie nobili e personaggi di cultura di origine caggianese, residenti stabilmente a Napoli, erano proprietarie di estesi possedimenti a Caggiano ed attingevano da tale luogo i prodotti ed il proprio personale di servizio; l’ottima qualità degli alimenti e degli aromi si è mescolata alle tecniche culinarie partenopee dando origine a piatti ricchi, estremamente elaborati, che negli anni sono diventati protagonisti di una cucina di alta qualità ed unici per la loro particolarità.
È sorta, così, una vera e propria scuola e tradizione culinaria tramandata, di generazione in generazione, grazie all’opera di maestri cuochi, l’ultimo dei quali è Francesco Pucciarelli (1860-1936), al quale si deve la preparazione di uno dei piatti tipici della tradizione culinaria locale ossia il “pasticcio caggianese”. Dalla sua opera nasce la scuola delle “cuoche della cucina caggianese”, ricordate ancora oggi per la loro abilità.
Va ricordato – in quanto produzione tipica ed eccellente – il carciofo bianco. Si tratta di una varietà di carciofo dal sapore molto delicato, di colore verde chiaro, e caratterizzato dal ricettacolo molto tenero e dalle bratte interne di colore bianco.
Molto diffuse – come in tutto il Cilento e begli Alburni – le paste artigianali fresche, così come formaggi artigianali e molti piatti a base di verdure e di legumi.
L’itinerario “La strada degli antichi vini” è organizzato in sei tappe:
1 La casa di Menecrate
2 Il vigneto di conservazione della biodiversità
3 La cantina sperimentale
4 Laboratorio didattico sull’uva e la vinificazione
5 Pergolato della biodiversità
6 La cantina del Castello Normanno del Guiscardo
Per conoscere il programma:
http://www.lastradadegliantichivini.it