L’87 di Planeta. La Voce dell’Etna
L’87 di Planeta
Oggi cambio di programma: imbastiamo una schedina da giocare al Lotto!
Io non ne capisco nulla di queste cose né, tantomeno, ho mai provato a comporre un sistema dando ascolto ai miei sogni; non ho mai tentato la fortuna con le trappole che lo Stato ci mette a disposizione per racimolare soldoni. Certo che quando devono inventarsi modi per truffare la gente –“legittimamente” truffare- le idee non mancano a nessuno! Ma va!
Ho pensato, però, che per una volta potrei anche sfidare la sorte e chissà che non ne possa rimanere strabiliata tanto da diventare un’ossessa della smorfia. Magari il gatto nero che ho investito l’altra sera porta bene sul serio…
Ora, nulla togliendo alla vostra tradizione sulle interpretazioni oniriche, considerato che il numero che mi ha fatto venire l’idea ha un corrispettivo poco contingente con l’azienda che l’ha tirato fuori e che, in realtà non l’ha proprio sognato ma …diciamo così l’ha prodotto, e che l’azienda in questione è siciliana non vi offenderete se userò –almeno per questo numero- il significato della smorfia sicula, vero miei affezionatissimi lettori?
Incominciamo quindi con questo puzzle accattivante il cui focus è l’87, come i giorni di vendemmia che si sono sommati nelle vigne di Planeta (che tradotto dal latino dovrebbe essere pianeta quindi, come minimo, gli appioppiamo un bel 60), proprio quei Planeta che continuano a riscuotere successi anche qui, sotto l’Etna. Nella smorfia siciliana l’87 rappresenta l’arte di pescare o il calzolaio nella sua bottega. Mai paragone fu più azzeccato dato che tutti i componenti dell’azienda/famiglia (13) Planeta impugnano le forbici e tagliano i grappoli migliori insiemi ai propri collaboratori; dato che i vini futuri sono il risultato di una scrupolosa pesca degli acini più sani. E sapete perché? Perché l’uva (19) è ricchezza e loro lo sanno bene! Loro che coltivano vigneti da sempre curando le viti (71) con amore e attenzioni lodevoli. E non c’è figlio più grato di queste piante: loro, le viti, quei fusti bruno scuro che si sfilacciano, che portano il cappello di foglie più arzigogolato su un capo di sarmenti multiuso; loro che generano a centinaia nipoti succulenti e floridi per i nonni viticoltori, quelli stessi che si emozionano alla più impercettibile invaiatura. L’uva restituisce soddisfazioni continue e fierezza internazionale. I dispiaceri non mancano, è ovvio: tra condizioni climatiche sfavorevoli, annate infide e patologie incalzanti non è sempre facile ottenere un prodotto di qualità. Motivo per cui si è arrivati al numero 87. La raccolta dei grappoli è iniziata sotto il caldo sole d’agosto nella Sicilia Orientale per terminare a fine ottobre sotto il vulcano. Perché è stato necessario attendere che il sole bislacco d’autunno riparasse alle mancanze di un agosto dispettosamente piovoso. Così i grappoli si sono asciugati, le muffe sono state sconfitte (mi sa che Planeta nasconde cru anche tra enologi e agronomi), i flavoni e gli antociani hanno ingranato la quinta e lo zucchero si è impennato. Nulla è stato lasciato al caso anche se, probabilmente, in questa circostanza letteraria non dovrei scriverlo!
La cosa certa è che usciranno ancora bottiglie di prestigio da quella fucina di passione e professionalità ch’è l’azienda/famiglia –ci tengo a ripeterlo- Planeta.
Ora correte al tabacchino e puntate su ciò che abbiamo in comune, i vulcani. Ruote di Palermo e Napoli.87-60-13 19-71 e se un jolly il 6, la somma delle cifre di questo strano 2013!
Marzia Scala