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Novità Vinitaly 2018 : Lunedi 16 Aprile Mastroberardino presenta il progetto “Stilèma”

 

Lunedi 16 Aprile alle ore 10,15 a Vinitaly HALL 6  STAND E3  Mastroberardino presenta  “Stilèma”.

 

VINITALY-MASTROBERARDINO

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Il progetto nasce a testimonianza dell’amore di Antonio Mastroberardino per la sua terra, i suoi vitigni e i suoi vini, per i loro caratteri originari.

Un amore che nel corso dei decenni, mentre Antonio mieteva successi ovunque diffondendone le qualità, si andava tramutando in una pressante preoccupazione che quegli stessi caratteri potessero diluirsi, disperdersi, dileguarsi pian piano per effetto dell’azione dell’uomo, dei processi di selezione del materiale genetico più produttivo, che spesso non è il più idoneo a garantire le migliori espressioni organolettiche di una specie.

Così Antonio, mio padre, mi ripeteva con crescente insistenza quanto fosse importante impostare un programma di ricerca che potesse ripercorrere a ritroso l’asse del tempo, riportarci alla viticoltura irpina di anteguerra, a una fase di minore contaminazione e di più profonda caratterizzazione varietale, a uno stile di vini più marcatamente territoriale, caratteristico di un territorio meno soggetto agli effetti distorcenti di agenti esterni.

Un progetto avviato a cavallo del Duemila, con una serie di traiettorie sperimentali che partono da cloni selezionati in vigneti prefillossera e giunge sino a una ricognizione dei protocolli di lavoro, in vigna e in cantina, relativi ai momenti in cui i vini irpini maggiormente si sono affermati come punta dell’iceberg di un processo di rinascimento e di rilancio della viticoltura del nostro Paese.

Quel programma si è negli ultimi anni aperto a ventaglio, ponendo su un’unica mappa una serie di iniziative volte a rinsaldare il legame dei nostri vitigni e vini con le loro origini territoriali.

Si è così declinato in un più ampio spettro di iniziative, tutte ricadenti sotto la denominazione “Stilèma”. Con tale espressione intendiamo evocare lo stilèma della vinificazione  dei  vitigni  autoctoni d’Irpinia  (il Fiano,  l’Aglianico,  il  Greco)  così  come

avveniva a cavallo tra la fine degli anni 50 e l’inizio degli anni 70 del novecento per il Taurasi, e tra gli anni 70 e 80 per i due più nobili bianchi d’Irpinia.

È dunque lo stilèma di una famiglia che si fa interprete, nel corso di generazioni, del patrimonio naturale del proprio territorio, che la rende specifica, come predestinata a svolgere un ruolo in quella terra.

Gli elementi distintivi nei vini del progetto Stilèma partono innanzitutto da scelte viticole, miranti a porre in risalto caratteri diversi dalle più comuni tendenze di concentrazione e intensità. Il riferimento storico è coerente con la scelta di assemblare uve di diversi vigneti di famiglia, al fine di raccogliere insieme sfumature più articolate. Le lavorazioni in cantina seguono gli stessi principi, accentuando l’eleganza, e le sensazioni complesse che sfumano nella memoria, sintesi di delicatezza e finezza.

Il programma trova la sua prima applicazione concreta nella vendemmia 2015, con una sperimentazione dedicata ai vitigni Fiano e Aglianico.

Vede dunque la luce quest’anno il primo risultato sperimentale, un Fiano di Avellino DOCG 2015, che, rievocando i tratti stilistici di quelli che a nostro avviso rappresentano la migliore espressione territoriale della nostra storia, si presenta di grande modernità e di straordinario impatto organolettico.

L’anno venturo vedrà la luce il Taurasi dello stesso progetto e tra due anni verrà lanciato il Greco di Tufo.

È questo il nostro modo di concepire la specificità dell’uomo nel suo ambiente, l’impossibilità di relegare il vino a un mero business, di cambiare varietà e terroir di riferimento per mera opportunità o convenienza contingente.

È, in sintesi estrema, il concept di vino che la mia famiglia ha declinato per oltre due secoli: lo Stilema Mastroberardino.

 

 

 

Piero Mastroberardino

 

Stilèmstilema-fotoa Fiano di Avellino DOCG è frutto delle uve provenienti da vigne situate tra Montefalcione e Manocalzati, caratterizzate da terreni argilloso-calcarei, ma anche sabbiosi e di medio impasto, che esaltano struttura, freschezza, sapidità e mineralità.

Nelle lavorazioni di cantina è stata condotta la fermentazione malo-lattica, che dona vini densi e persistenti, con profili olfattivi che virano verso note di frutta secca, fiori appassiti, erbe aromatiche, frutta matura e nuance fumé. Circa il 10% del prodotto fermenta e affina per 12 mesi in legno.

La fase di affinamento si realizza su fecce integrali di fermentazione per circa 24 mesi, al fine di raccogliere notevoli doti di mineralità, sapidità e longevità.

 

 

 

 

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