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Social Food, integrarsi con gusto

I prodotti della nostra terra e la maestria dei nostri chef a disposizione del riscatto sociale. Te ne accorgi subito che c’è un’energia diversa. Ci sono dietro gli sguardi le storie e dietro la terra oggi coltivata e bella, c’è il sacrificio misto al riscatto. Non solo per questo i piatti cucinati dagli chef del gruppo di Nco sono buoni e i prodotti freschissimi. Nco: nuova cucina organizzata, per beffeggiare l’acronimo della nuova camorra organizzata, la temutissima organizzazione criminale in auge negli anni ottanta facente capo  a Raffaele Cutolo. Nco, per creare una alternativa che assieme diventa un’opportunità e perché no, una speranza. In terre di camorra, che sono anche terre di prodotti genuini e buonissimi e di gente creativa che a tavola riesce a mettere passione e competenza: mestiere. ci sta un Food and beveradge in Campania che è leva di riscatto, personale e di un popolo. Le cooperative del consorzio gestiscono attività ristorative organizzate con gli stessi valori che hanno dato vita alle loro organizzazioni. Tutta la filiera alimentare dalla terra alla tavola rispetta principi etici, realizzando l’inclusione socio-lavorativa di persone svantaggiate e utilizzando metodi di produzione che rispettano l’ambiente ed il lavoro. Oggi il Consorzio “Nuova Cooperazione Organizzata. Propone un progetto di Franchising sociale a marchio Nuova Cucina Organizzata (NCO), che mira a promuovere il “gusto dell’impegno” attraverso “i sapori della legalità” favorendo la riscoperta dell’eccellenza culinaria dei territori, l’uso sociale e produttivo dei beni confiscati e l’inserimento lavorativo di persone svantaggiate. Un altro bel progetto dove il food è leva di riscatto è Fuori di Zucca. E bisogna davvero esser fuori di zucca (o magari lo si è stato) per realizzare una bellissima fattoria all’interno di un ex  manicomio. La cooperativa Sociale “Un fiore per la vita” e la Cooperativa “Il Millepiedi” hanno realizzato la Fattoria Sociale “Fuori di zucca” nell’ex manicomio di Aversa, una vasta area verde costituita da un grande parco all’interno del quale sono collocate le strutture una volta adibite alla cura di pazienti psichici. Così un luogo simbolo di malattia e sofferenza diventa luogo di sano svago e di educazione ad una migliore qualità della vita. La fattoria sociale “Fuori di zucca” è un’azienda agricola nella quale spazi e coltivazioni sono appositamente pensati e costruiti per essere dedicati alle visite di singole famiglie, gruppi scolastici, operatori e persone svantaggiate. La coop. soc. “Un fiore per la vita” ONLUS che gestisce la fattoria, presso l’altra sede a Casoria, ha un impianto di serre per la produzione di piante aromatiche e da qualche anno collabora e ospita le attività del gruppo di autoproduzione “La nostra Terra “: un gruppo di persone che nel2010 haavviato, su un piccolo un’orticoltura con regole bio e con un’idea di coltivazione partecipata e condivisa:  è possibile, infatti, affittare un pezzetto di terra sul quale piantare e coltivare quello che si vuole. Per finire, si fa per dire: è interessante il progetto che muove la Coop Zenzero, un bel gruppo di ragazze e ragazzi oggi abili chef che portano avanti un servizio catering impeccabile con prodotti di prima qualità. La Cooperativa Sociale Zenzero, costituita nell’ ottobre 2006, nasce grazie a “Sovvenzione Globale — Piccoli Sussidi” Misura 3.4 del POR Campania e i soci della cooperativa, per la maggior parte ragazzi con sindrome di Down, hanno conseguito il titolo di “Comis di cucina” con il corso di “Sostegno all’Inserimento Lavorativo per Ragazzi Down in Provincia di Caserta”. E se dentro un ex manicomio ci han fatto nascere piante e fiori, da dietro le sbarre del carcere femminile di Pozzuoli, le detenute son diventate pizzaiole con un docente stellato del calibro di Enzo Coccia. “Le detenute, due volte a settimana, diventano protagoniste di una nuova realtà preparano pizze e le offrono all’ interno  del carcere”. Adriana Intilla, educatrice della casa circondariale di  Pozzuoli, ci racconta l’ importanza di questo progetto: “Tutto ciò che tiene occupate le detenute, comporta una grossa gratificazione personale e può trasformarsi in un opportunità di lavoro, infatti grazie al corso per pizzaiole, tre detenute hanno ottenuto come misura alternativa il permesso al lavoro. Lo scopo del progetto è quello di coinvolgere il territorio ed educare queste donne alla vita”. Altre attività di “food social” vengono svolte all’ interno del carcere minorile di Nisida. “Ci vorrebbe un’ altra vita” è lo slogan promosso dalla fondazione Vodafone, che ha stanziato un finanziamento per riproporre il progetto “ La dolce isola”, un laboratorio di pasticceria pronto ad offrire ai giovani detenuti un’ opportunità professionale e formativa; non escludendo l’ ipotesi di creare  un’ impresa sociale pronta ad esportare la produzione al di fuori del carcere. “Spero vivamente che con questo finanziamento si riesca ad attivare nuovamente il laboratorio di pasticceria, l’ ultimo corso si è concluso a febbraio ed è stato molto utile per questi ragazzi, riescono ad esprimersi attraverso il gusto come non hanno mai fatto” commenta Luca Pipolo, uno degli insegnanti del corso di pasticceria all’ interno del carcere.

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Margherita Manno, Alessia Porsenna e Paolo Perrotta – da GustoCampania luglio-agosto 2014

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