Il Vinitaly della Campania visto da noi
La Campania al Vinitaly 2014 di Gianluca Montuoro
Di solito il titolo del mio annuale articolo in occasione del Vinitaly è la Campania al Vinitaly, ma quest’anno è un titolo che ha perso significato.
Mi ero ripromesso di non lasciarmi coinvolgere in questa diatriba e che avrei scritto solo delle novità incontrate nel girare tra gli stands del padiglione, ma quando ho visto la planimetria della fiera (intendo quella generale) e ho letto i nomi delle varie regioni d’Italia, messi anche in padiglioni diversi, rispetto agli scorsi anni (c’è stata una risistemazione generale), ho notato che le regioni sono diventate 22. Si c’era una regione in più l’Irpinia!!!.
A quel punto la novità in assoluto è proprio la nascita di una nuova regione, eppure non avevo sentito alcun telegiornale ne quotidiano darne notizia (e si che è una notizia importante, “mi sono detto”), allora sono andato ad informarmi meglio e ho capito che non era una Nuova Regione”, ma un territorio che fisicamente appartiene alla Regione Campania, ma che in questa occasione si è isolata o meglio è riuscita farsi riconoscere dell’Ente Fiera di Verona alla stregua di una Regione d’Italia.
Come vogliamo definirla questa cosa? Una scissione? Una divisione di intenti? Non lo so.
Ma so che non mi è piaciuto dover spiegare ai buyers Internazionali che non era una regione ma un “areale” che si è voluta presentare al mondo Vitivinicolo senza mischiarsi alle altre province della stessa Regione.
In quanto Napoletano ed innamorato della mia Città e della mia Regione, volevo capire cosa era successo, avere una spiegazione, quindi ho fatto ricorso alle mie conoscenze e i motivi adesso credo di saperli, ma non entrerò nel merito se giusto o sbagliata questa scelta, ma da Italiano mi sono sentito davvero ridicolo. Ridicolo come quando mi sento ridicolo nel cercare di spiegare ad amici stranieri, quello che fanno i leghisti di casa nostra (Italia) quando ad esempio inscenano quell’evento nel Po.
Mi chiedo che senso abbia e non trovo risposte sensate. So solo che ho perso interesse a raccontare del vino in Campania e mi riservo di farlo in un altro articolo, magari per una prossima fiera.
In questo citerò solo il fatto che i padiglioni dove erano presenti i Vini Campani (tutti) sono stati molto visitati da buyer internazionali e che nelle aree comuni si è cercato di presentare le diverse DOC e IGP. Alcune novità su tutte è, il rinnovato interesse del Falerno (inoltre le aziende stanno cercando di avere il riconoscimento DOCG), i vitigni di Pallagrello e Casavecchia che hanno trovato nuove energie dalla volontà di molte aziende del territorio riuscendo addirittura a consociarsi creando il VUP (Viticoltori Uniti del Pallagrello) e sempre nella stessa area si deve citare la nuova DOC Casavecchia di Pontelatone e anche la ripresa del percorso del Pallagrello da IGP Terre del Volturno a DOC.
Le altre novità le ho trovate lontane dai “nostri padiglioni”, ad esempio da Joaquin, azienda Campana (o dovrei dire Irpina???), ormai lanciata su altra dimensione (con un accordo di una distribuzione Planetaria ad una grande società), o ancora nei neonati padiglioni Bio dove c’è sempre maggiore presenza anche delle nostre Cantine. Per il resto da annotare le tante conferme di interessi sulle nostre DOCG Greco di Tufo, Fiano di Avellino e Taurasi, ancora l’Aglianico del Taburno e i nostri magnifici vini bianchi del Cilento e dei Campi Flegrei.
In conclusione cosa dire se non, “aspettiamo che le cose si rimettano a posto da sole come giusto che sia”.
Good Wine
Gianluca Montuoro
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