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FOOD NOIR – Ecco tutti i piatti che hanno accompagnato le serie noir degli ultimi anni

Gli arancini e la pasta ncasciata del commissario Salvo Montalbano, la cacio e pepe di Rocco Schiavone, la frittura di pesce di Gomorra di Salvatore Conte, gli spaghetti aglio olio e peperoncino di Aureliano e Spadino in Suburra, i rigatoni de Zì Remo in Romanzo Criminale per rendere omaggio al Libanese, il capo della banda della Magliana morto ammazzato perché “anche gli imperatori pagano il conto” che i compagni di borgata mangiano sulla sua bara,

Gli strozzapreti alla polentina di Don Matteo, gli spaghetti assassini di Lolita Lobosco. Le serie noir italiane che tengono incollati davanti alla tv milioni di telespettatori hanno elevato la territorialità del food, ognuna con una sua pietanza caratteristica, ognuna legata a un volto ci cinema o tv. Se al cinema restano famose le scene di Alberto Sordi e Totò mentre mangiano gli spaghetti, oggi tra Netflix e Raiplay spopolano gli abbinamenti food e noir.

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Ci facciamo due spaghi e poi andiamo sulla scena del crimine o nel caso di Suburra, Romanzo Criminale e Gomorra, il crimine siamo noi e dopo i due spaghi andiamo a fare una strage In principio fu il commissario uscito dalla penna di Andrea Camilleri, interpretato dal bravissimo Luca Zingaretti sulle reti Rai amante dell’arancino a cui l’autore siciliano ha dedicato anche una raccolta di racconti brevi, Gli arancini di Montalbano appunto pubblicata nel 1999 dalla casa editrice Mondadori. Poi le fritture di pesce del boss scissionista in Gomorra, Salvatore Conte che le abbinava allo champagne per prendersi il “perdono”. Poi ancora i borgatari che decisero di “prendersi Roma” e i ragazzini che chi da Ostia Lido e chi da una famiglia di Zingari la capitala la misero sotto sopra, proprio dopo il fatidici, quasi fossero stati gli spaghetti di Braccio di Ferro, spaghetti aglio, olio e peproncino.

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Tra buoni e cattivi i protagonisti delle fiction made in Italy, come giusto che sia non potevano non essere legati alle tipicità gastronomiche delle location dove avvengono le loro storie. E se ogni piatto racconta un luogo e ogni luogo possiede le sue storie, anche la splendida Luisa Ranieri in Le indagini di Lolita Lobosco (serie televisiva italiana liberamente ispirata ai romanzi di Gabriella Genisi) veste i panni  del  vicequestore in servizio presso la squadra mobile della questura di Bari e ne racconta le storiche bellezze e le antiche miserie: semplici come gli spaghetti assassini come la malavita.

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