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Don Antonio e l’oro di Napoli

Quattro generazioni, una storia centenaria. Aperta dal 1901, nasce come cantina, si trasforma in pizzeria e friggitoria, è nel cuore di Materdei ed è la leggendaria pizzeria napoletana Starita.
Qual è il segreto di una buona pizza?
La pizza deve essere leggerissima. Per preparare la pizza verace napoletana c’è bisogno di una lunga lievitazione, dalle dieci alle sedici ore, senza refrigerazione. La pizza se non lievita bene non è digeribile. Stesura, condimento e fondamentale è la cottura in forno.
E’ il 1954, Vittorio De Sica sceglie la sua pizzeria per girare uno degli episodi de L’oro di Napoli. Un ricordo?
Si, per l’ episodio delle “pizze a credito”. Negli anni cinquanta una volta alla settimana le pizze fritte si preparavano fuori ai bassi, fuori alle case. Il cliente mangiava la pizza e la pagava dopo otto giorni. Ecco perché si chiamavano pizze “oggi a uotto”. Ero piccolo ma ricordo che durante le riprese mio padre si diede un gran da fare. Mia madre cucinò per Sofia Loren le uova strapazzate e per l’occasione tirò fuori il servizio di piatti della domenica.
Da Materdei a New York. Come hanno accolto gli americani la pizza napoletana?
Il progetto è nato insieme al mio socio, un tempo mio allievo, Roberto. Il sogno era far conoscere la vera pizza napoletana anche fuori da Napoli. Riscuote consensi la montanara fritta e poi ripassata al forno. Certamente non è stato facile proporre un prodotto artigianale e tuttora non lo è ma, una pizza preparata a “mestiere” nel rispetto della tradizione non poteva non piacere ai newyorkesi.
E’ nata la Starita Pizza Academy. Un consiglio per chi vuole imparare l’arte bianca.
Di rubare i segreti del mestiere. C’è tantissimo da imparare.
Una pizza per la redazione di Gusto Campania?
Senza dubbio la marinara rivisitata con pepe ed abbondante parmigiano.

Macia Tirelli

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