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Cantina BAMBINUTO, Santa Paolina (AV), un petit royame


Cantina BAMBINUTO a Santa Paolina (AV)
E’ uno dei due grandi comuni del Greco di Tufo, con due zone particolarmente vocate e che caratterizzano i crus di alcune aziende, per la precisione Contrada Picoli e Marotta.
Proprio nella contrada Picoli si trova uno degli appezzamenti di Marilena Aufiero, mrs.Bambinuto, che fa dell’accoglienza in cantina il suo vanto indiscusso. Marilena ama raccontare il suo vino la sua terra i suoi progetti, con entusiasmo e garbo. E poi c’è tanta allegria!
Nella produzione BAMBINUTO troviamo un Greco base, il Greco Picoli, la Falanghina Insania Vigna Toppole, la Grappa di Greco, lo spumante di Greco metodo charmat, il sorprendente Passito Proditio e l’aglianico

A mio parere il Greco Picoli 2012, ma soprattutto quello in “gestazione”, il 2013 sono due grandissimi vini (AA), da attendere giusto un paio di anni.

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L’azienda conta circa 4,5 ettari per una produzione sulle 25.000 bottiglie, enologo aziendale Antonio Pesce.

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GC Il tuo entusiasmo, per quei pochi ancora che non ti conoscono, è davvero travolgente, qual è la molla che ti spinge a tanto ogni santa mattina?

BAMBINUTO – Il mondo del vino per me è stato un autentico colpo di fulmine! Da ragazza feci un corso di assaggiatore e mi affascinai a quel mondo che ancora non comprendevo, nella cantina di famiglia decisi di dover fare qualcosa che fosse il mio futuro. Amo questo lavoro, mi piace tanto e quindi lo faccio con entusiasmo ancora prima che con passione: è la bellezza e la fortuna di fare realmente ciò che ti piace.

GC Sembra di capire dalla tua produzione che ti piace molto sperimentare, una specie di motto “non fermarsi mai”, dopo il greco per vocazione, la spumantizzazione, il passito e la grappa, ora la falanghina; questa esigenza da cosa è dettata? Mi pare che la politica poco ma buono non ti interessa o riesci a garantire la medesima alta qualità?

BAMBINUTO – Mi piace poter provare cose nuove, sperimentare una piccola quantità di cose fa parte credo della vita di un vigneron che ama quello che fa. Poter scegliere, sperimentare e a volte rischiare sono elementi fondamentali del mio progetto vino. Per tutto il lavoro che c’è dietro la realizzazione del greco, la comunicazione per me è fondamentale, affinchè gli altri possano sentire quello che vedo io nel bicchiere. Fare qualità, accoglienza e ospitalità sono elementi fondamentali a mio avviso. Ma il mio vero obiettivo è la continuità con i miei clienti. Tu perché ritorni sempre nello stesso bar nello stesso negozio o ristorante? Perché trovi cortesia, qualità ed ospitalità.

GC Ci spieghi per bene il territorio di Santa Paolina dove ricadono le tue vigne?

BAMBINUTO – Le mie vigne si trovano a Santa Paolina per i bianchi, mentre quella di aglianico e la recente di falanghina si trovano a Monteaperto, un territorio quello di Santa Paolina molto vocato per il greco, specie la contrada Picoli che da anche il nome al mio cru. E’ un vino non facile, ma è il greco, quello “vero”, ad essere un vino scontroso, difficile da capire al primo impatto, quando capitano aromaticità eccessive non è greco di tufo in purezza, puoi starne certo!

GC Il tuo Greco di contrada Picoli è un vino molto particolare, con un’ossatura molto forte e che ha bisogno di tempo per eccellere, come riesci a spiegarlo al mercato, che invece corre, come comunichi una bottiglia così importante ma così difficile?

BAMBINUTO – Si infatti il mio vino di punta il Picoli come ti dicevo è un vino di non facile approccio e neanche immediato, ma trovo sia questa la vera natura dello cepage. Il Greco di Tufo di Santa Paolina è un vino che bisogna attendere, che necessita di tempo per fare emergere quelle che sono le sue note salienti come la mineralità e quel piacere nervoso che un Greco in purezza offre. Noi con l’annata 2012 del Picoli, il nostro cru, stiamo per uscire adesso sul mercato, quindi dopo quasi 2 anni dalla vendemmia, ossia il giusto tempo. Noi vogliamo fare solo vini che produciamo con uve nostre, non ci interessa la gamma commerciale, la nostra dimensione è quella artigianale.

GC Quali sono i limiti dei vini Irpini-Campani in genere? C’è a tuo parere un’arretratezza comunicativa, di immagine o è realmente un gap in termini di qualità e modus operandi?

BAMBINUTO – Cosa manca in Campania? Umanità, passione nel lavoro, c’è solo l’obiettivo di fare soldi, senza sapere perché, invece è bello creare qualcosa di tuo che ti faccia guadagnare sì, ma dare un senso a ciò che fai, comunicare quello che fai coccolarti i clienti. Le mie soddisfazioni sono gli applausi dei miei clienti, di Enzo che mentre assaggia la mia falanghina, mi dice: “ ti caratterizza, ti identifica” ..è sentire anzi molto più che percepire che gli altri stanno iniziando ad apprezzare il tuo lavoro

Gianluigi Carlino

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