Cave d’Ox, Solicchiata (CT). La voce dell’Etna
Cave Ox
Niente. Non ce n’è per nessuno!
Da quando, tre anni or sono, la tana del bue è stata scovata, in quel di Solicchiata che non avrebbe attirato turista alcuno, tutte le altre riserve naturalistiche del circondario si sono ammutolite. O, perlomeno, l’hanno smessa di urlare.
Certo un bue non fa paura come le fauci di una tigre, il ruggito di un leone, il barrito di un elefante; animali che, tra l’altro, non fanno parte neanche lontanamente della fauna etnea. Il bue è molto più azzeccato, assolutamente autoctono, possente quanto la montagna, redditizio come il sole e la neve, lento come le lingue di lava. E richiama il focolare, quello caro agli animi più semplici, alle cose davvero importanti.
Sandro Di Bella, instancabile “animale da soma”, 38enne con la passione per il cibo verace, il rispetto dei tempi biologici e il vino buono per tallone d’Achille, se l’è pensata proprio giusta! Ricordiamoci, però, che le mani di fata autrici di tutte le prelibatezze servite nel locale, non gli appartengono mica: e, come volevasi dimostrare…dietro una grande impresa c’è una grande donna, sua moglie.
La signora chef, mi vorrà scusare se non ne cito il nome –non lo so e questa dev’essere una sorpresa- consapevole e fiera (mi auguro) del fondamentale ruolo di prestigio che occupa, quello per cui la sto elogiando in questa sede, si “diletta” in cucina per sconvolgere il gusto. E quel che sbalordisce è che lo fa con piatti della “fu” cucina povera, quella che sta facendo mangiare polvere alla superbia di pietanze …come dire…col nasino all’insù. Legumi, verdura di campagna, stocco, ortaggi di stagione, salumi succulenti, dolci che sanno di nonna: abbinamenti di cibi che riportano al passato e fanno dire, con la bocca ancora piena ”perché non li ho mangiati prima?”
Nel paese Italia che si trova, infimo e avvilito, nel sottoscala buio che non fa luce sulla meritocrazia, non posso certo dimenticare-paladina della giustizia quale sono- un’altra parte fondamentale del Cave Ox: il pizzaiolo! Sforna leccornie che….se non ti lecchi le dita …godi ugualmente. Pasta croccante e morbida allo stesso tempo, condimenti giusti (il pecorino, per esempio) e abbinamenti insoliti che riflettono il gusto dei clienti migliori: vi consiglio la Graci, quella con le scorze di limone ideata da un certo Alberto ch’è anche fornitore.
Scoprire quante etichette si esibiscono nella cantina stracolma-solo di vini very high- è un godimento per l’anima: bottiglie di Sicilia che esprimono tutto l’odore del territorio, eccellenze del made in Italy, rarità senza prezzo (impossibile non citare il Nuits Saint Georges), grappe e liquori di carattere. Ma non pensate, neanche per un secondo, che gli amanti del luppolo siano esclusi dall’entourage: bionde, rosse e brune, esili o con carrozzeria doppia attendono di essere stappate e spillate.
È per tutto questo, accoppiato a un ambiente caldo e colorato, misto di tradizione e modernità (vedi le sedie, le più comode in assoluto per accostarsi alla tavola), che il Cave Ox si è fatto strada nella bolgia dei felini col suo muggire avvolgente. Ed è anche perché il rapporto qualità prezzo, facendo attenzione alla bottiglia da scegliere-è ovvio!, ripaga assolutamente i portafogli che poco si sgonfiano dopo la cuenta.
Parta l’applauso: il Cave-Ox ha appena festeggiato il suo terzo compleanno.
Promette bene il signorino!
Marzia Scala