Campaniastories vini bianchi campani, primo giorno.
Si è conclusa la prima giornata del CampaniaStories vini bianchi campani, con degustazioni tecniche e laboratorio pomeridiano, svoltasi all’Hotel Le Rocce ad Agerola. Un plauso agli organizzatori per aver acceso i riflettori sul nostro territorio, estendendo il discorso vini bianchi oltre alla consacrata Irpinia. Un grazie alla Miriade & Partners per averci dato la possibilità di conoscere una persona speciale quale Ugo Baldassarre, a cui va tutta la nostra stima. Una vetrina di prestigio che ha visto la partecipazione delle seguenti testate:
ELENCO TESTATE PER CAMPANIA STORIES – I VINI BIANCHI
Allt Om Mat
Andiamotrips
Artù
BKWine
Campania su web
Chroniques Vineuses
Cronache di gusto
Cose buone dal mondo vicino a te
Der Standard
DinVinguide
Doctorwine
Enodelirio
Enogea
Epulae
Euposia
L’Espresso (edizione Giappone e Italia)
Gambero Rosso
GustoCampania
I Grandi vini
Il Mattino
Il viandante bevitore
Intravino
In Vino Veritas
Jancis Robinson Blog
Ljuva Livet
Livets Goda
Magazyn WINO
Onav News
polishwineguide
Piuenne
Prägnant
Radio Città aperta
Scatti di Gusto
Slowine
Solo Italia
Stralci di vite
Terre d’Europa
Terra di Vino
Tigullio Vino
Vini d’Italia
Vini buoni d’Italia
Vins & Vignobles
Wein Art
wein.pur
Winicjatywa
Wine & Degustation Magazine
Winesurf
Wining
Peter McCombie, cochaiman Internat. Wine Challenge e Master of Wine
Karin Meriot, responsabile concorso mondiale di Bruxelles.
Un bel traguardo non c’è che dire. Lavoro eccellente. Ci permettiamo di fare un’osservazione però, vorremmo che queste manifestazioni si aprissero di più a tutto il comparto del mondo del vino, sarebbe auspicabile la presenza di chi il vino lo vive davvero sul territorio quotidianamente ed ha il polso del mercato vero: quello del consumatore. Si rischia altrimenti di autorefenziarsi con la solita stampa ed i soliti sommelier. Detto questo la prima giornata è stata dedicata ai vini bianchi della nostra regione ad eccezione dell’Irpinia
ed i risultati a nostro parere (ma abbiamo “tastato” anche gli altri colleghi) sembra alquanto deludente. Poche le bottiglie interessanti, con un particolare plauso alla zona flegrea e vesuviana. Poi una serie di degustazioni davvero imbarazzanti, hai voglia di dire che il vino si fa in vigna! Molti vini sono sembrati perfettamente costruiti in cantina ed anche male, con una lunga serie di vini-banana! Ormai sembra un clichè, se non è fruttato alla banana, un vino non può essere presentato sul mercato? Può darsi che trovino il favore del consumatore medio o dello straniero al quale piace la struttura, la frutta intensa e bla bla bla. Ma se vogliamo essere seri molti vini erano impresentabili. Altri ancora ci hanno costretto a cambi continui di bottiglia, sia per un presunto sughero che per cattivi odori, ma il risultato non è cambiato.
La nostra impressione, e non fa nulla che ci faremo qualche nemico, è che siamo lontani anni luce da standard qualitativi decenti. L’intento era quello di rappresentare al meglio il concetto di territorialità ed invece si è provata molta omologazione. Per non essere tacciati di populismo, segnaliamo le aziende che ci hanno regalato buonissime sensazioni. In primis le falanghine della SIBILLA spiccatamente territoriali ed emozionanti anche nella vecchia annata; ottima anche la falanghina “rude” della CONTRADA SALANDRA, bello il caprettone di CASA SETARO ed il Lachryma di SORRENTINO. Un enorme crescita abbiamo registrato in CAUTIERO che ha presentato una falanghina 2012 strepitosa. Qualche buona risposta dal pallagrello bianco, che non ci esalta moltissimo, e dei buoni Fiano della provincia di Salerno con VUOLO e CASA DI BAAL. Alcuni vini, osannati a livello mediatico, siamo certi continueranno a piacere ed a incotrare il favore del pubblico soprattutto quello estero, ma a noi sono sembrati troppo tecnici e senza anima.
Siamo in attesa degli irpini, siamo in attesa di bottiglie che ci sorprendano davvero, a Venerdi allora.
To be continued…
Gianluigi Carlino