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Taormina Gourmet, La Voce dell’Etna.

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Ragazzi,
io non riesco a distinguere le note di albicocca o di ciliegia, l’essenza dell’ebano o della castagna matura, il sentore di liquirizia o di…arsenico! Non percepisco affatto tutto questo ma il vino mi piace. Assai!
Eppure, volendoci pensare bene, riesco a individuare la presenza di eccesso di solfiti -non come quel naso di mia madre- e a godermi la persistenza della vaniglia dei barricati. Non vado oltre, purtroppo! Ma, d’altronde, io ho cavalcato altri destrieri del mio bagaglio personale che non sono il gusto: io ho affinato la capacità di aggrovigliare le parole dunque, sarà meglio che siano le\i sommelier a districarsi tra le serpentine di Bacco. Io assaporo che -come direbbe Quattrocchi il puffo- è meglio!
E giusto per restare in tema non potevo mica perdermi il gota dell’enogastronomia di questo week-end! E, invece, me lo sono perso a causa di questo raffreddore che non mi fa sentire neanche l’alcool etilico.
A Taormina tra ieri e oggi si stanno ancora riempiendo sputacchiere (certo io non avrei contribuito): più di 100 cantine italiane e straniere si stanno ancora sfidando a sorsi di bianco e di rosso, offrendo bollicine e fermezze, riempiendo -si fa per dire!- bicchieri a più non posso e…solo per veri intenditori. Si, va bè! Ma ve lo immaginate quello che ci dev’essere a una manifestazione così a cui si può accedere con miseri 15 euro? E non ci provate ché, altrimenti, la delusione è troppa!
Le migliori cantine d’Italia, alcune con dietro un romanzo, altre con solo un saggio breve, stanno ancora svincolando le ossa dai polsi per mandare in giubilo i palati di centinaia di…non vorrei dirlo ma…vista l’ora…non lo dico. L’Hotel Diodoro dell’esuberante Taormina dovreste immaginarlo con veduta geometrica: lo sapete quante verticali (costo extra) ci sono? Quella di Terre Nere, per esempio: un’(l’apostrofo sta per il femminile linea! C’ho riflettuto, che credete?!)orizzontale di bottiglie dello stesso cru ma di annate diverse. Questa l’avrei voluta provare! E, per non sentirsi troppo in diagonale con la mente, tra un goccetto e l’altro degustazioni gastronomiche e, rullo di tamburi, show cooking (costo a parte)da gustare con i migliori chef stellati di Trinacria. La giornata dedicata al cibo, in effetti, è stata quella di ieri: all’Hotel San Pietro di Taormina si sono avvicendate le creazioni più raffinate, intrappolate in menù esplosioni di sapori ( per dirla alla Masterchef)da leccarsi i baffi e le dita, anche se non è consono a determinati ambienti. Io gongolo solo a pensarci. E che dire delle cene di gala delle due serate? Sul dire, ahimè, non posso batter ciglio o lingua sul palato: la mente, però, vola tra le spirali di cestini profumati, scala le piramidi tra mare jonio e Mongibello, rotola in sfere impalpabili, fluttua in rettangoli d’orti, ondeggia tra onde spumose. Vi sembra degno di un viaggio di gusto dell’amico Giangi, o no?
“Certo, direte, che questa Etnea è un po’ insidiosa e affilatrice di lame. Ma se non c’è nemmeno stata!”
“Giusto, per carità -rispondo io. Ma è o no la missione di un’ impugnatrice di penna quella di trasportare i lettori negli altrove?”
La mia coscienza è salva e, non dubitate, Taormina Gourmet è realmente esistito.
Qui il link\prova della mia onestà.
www.taorminagourmet.it/

Marzia Scala

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