Take a fresh look at your lifestyle.

La Zuppa di Cozze, dai Borbone ad oggi la tradizione del giovedì santo a Napoli. E il vino…

A Napoli, si sa, ogni festa o evento religioso porta con sé un piatto tipico che affonda le proprie radici nella cultura culinaria partenopea.

- la tua Pubblicità qui -

Il giovedì santo della settimana di Pasqua non c’è famiglia o ristorante napoletano che non rispetta una centenaria tradizione: la Zuppa di Cozze.

- la tua Pubblicità qui -

Piatto povero “inventato” da una testa coronata. L’ideatore fu il golosissimo Fernando I di Borbone, vissuto a cavallo tra ‘700 e ‘800, che per accontentare le richieste dei prelati di corte decise di “limitare” la propria passione per il cibo proprio in occasione della settimana santa. Ed ecco il guizzo di genio, un piatto saporito e “leggero” con le cozze che il re amava pescare a Posillipo: cozzeche dint’â connola. Il popolo napoletano incuriosito e certamente meno facoltoso del re ne invento una variante più povera sostituendo alle cozze le lumache.

‘A Zupp’ ‘e Cozzeche a Napoli si fa ancora oggi secondo la ricetta tramandataci dai Borbone con le freselle e “o forte”.

Ma quale vino sposa bene questo piatto della tradizione napoletana? Ecco il consiglio del nostro sommelier Pasquale Brillante.

“Ovviamente consigliamo di bere campano – suggerisce il sommelier -, vini  bianchi  freschi e di buona alcolicità Falanghina e Greco ma anche una Catalanesca o un Lacryma Christi che vadano a stemperare il piccante del piatto. La Falanghina del Sannio Janare della Guardiense, il Greco di Tufo  “Vigna Cicogna” di Benito Ferrara o il Novaserra  Mastroberardino, una Catalanesca o una Lacryma Christi del Vesuvio dell’azienda Monte Somma Vesuvio sono degli ottimi abbinamenti. Per chi ama le bollicine si può abbinare uno  spumante di falanghina dei campi Flegrei  come “Astro” di Cantine  Astroni, un Greco di Tufo Anni 20 di Cantine di Marzo Metodo classico oppure  un buon spumante di Asprinio  dei Borboni o il “Centopioli” dell’azienda Martusciello. Interessante anche provare il “CaprettOne” del Vesuvio metodo classico di Casa Setaro. Per chi ama le novità lo  spumante  prodotto dall’azienda Santacosta il “Don Andrea 36-05”  ottenuto da un blend di Fiano e Chardonnay.

 

 

- Pubblicità -

I commenti sono chiusi, ma riferimenti e pingbacks sono aperti.